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giovedì 5 marzo 2015

SZ/RZ


L'Alfa Romeo SZ (Sprint Zagato), nota anche come ES-30 (Experimental Sportscar 3.0 litres), fu una vettura prodotta dalla casa di Arese in un numero limitato di esemplari, con la partnership della Zagato che si occupava anche dell'assemblaggio nel proprio stabilimento di Terrazzano di Rho, alle porte di Milano. Ne fu commercializzata anche una versione cabriolet, la RZ.
La meccanica e il pianale della SZ erano totalmente ereditati dal prototipo da corsa 75 Turbo IMSA, che nei due anni precedenti aveva monopolizzato il Giro automobilistico d'Italia, riprendendo quindi lo schema transaxle con cambio al posteriore e retrotreno con ponte De Dion; il propulsore era il V6 Busso da 2959 cm³, dalla caratteristica disposizione a V di 60° e 12 valvole, della 75 Quadrifoglio Verde che, opportunamente elaborato, erogava 210 CV, una potenza che permetteva di raggiungere i 245 km/h di velocità massima e di accelerare da 0 a 100 km/h in 7 secondi.
Le sospensioni vennero modificate da Giorgio Pianta, ingegnere e team manager delle squadre corse rally del Gruppo Fiat, che le perfezionò sostituendo i tradizionali silentblock in gomma vulcanizzata all'avantreno e al retrotreno con degli omologhi più efficienti realizzati in politetrafluoroetilene (PTFE): l'utilizzo di questo polimero in loco della tradizionale gomma donò alla SZ un ridotto rollio e un migliorato handling nella guida, specie sullo sconnesso e nei cambi di direzione, punto sofferente della genitrice Alfa 75, donandole un comportamento stradale da vera supercar. I freni sono derivati dalla 75 Turbo Evoluzione, e venne inoltre introdotto un sistema idraulico per variare l'altezza da terra.
Robert Opron del Centro Stile Fiat fu responsabile dei bozzetti iniziali, con la collaborazione della carrozzeria Zagato, mentre Antonio Castellana si occupò principalmente degli interni e della finitura finale dei dettagli. Lo stile tagliente e brutale, unito all'avveniristica carrozzeria in materiale termoplastico (chiamato Modar) realizzato dall'italiana Carplast e dalla francese Stratime, si sposavano decisamente bene con lo scopo dell'auto, ovvero essere una summa dei progressi e delle avanguardie tecnologiche raggiunte dall'Alfa Romeo sul finire degli anni ottanta.
Questa vettura venne volutamente creata per sbalordire, specialmente per la sua forma estetica studiata per sfruttare l'effetto suolo. Tra il 1989 e il 1991 furono costruite in totale 1036 SZ tutte rosse (disponibili con gl'interni beige o neri) eccetto una di colore nero per Andrea Zagato (con interni rossi). L'auto rimase inoltre, per lungo tempo, l'ultima della casa milanese commercializzata a trazione posteriore, fino all'arrivo nel 2007 della 8C Competizione.



La RZ (Roadster Zagato) è stata un'autovettura cabriolet prodotta dall’Alfa Romeo tra il 1992 e il 1993.
Alla fine degli anni ottanta il successo commerciale delle vetture sportive in serie limitata e numerata aveva convinto anche l'Alfa Romeo a produrre una "speciale" carrozzata da Zagato: si trattava della coupé SZ che ottenne a sua volta un discreto riscontro sui mercati, il che convinse nuovamente la casa milanese a realizzarne, successivamente e tardivamente, anche una versione "spider" (come si dice quasi solo in Italia) o, per meglio dire, roadster (per usare il termine internazionale che indica un'auto coupé e cabrio), denominata RZ.
La produzione iniziò nel 1992, un periodo in cui il boom delle serie limitate si stava esaurendo, decretandone di fatto un flop commerciale. Anche la potenza del motore era ritenuta ormai insufficiente per una supercar. Rispetto alla progenitrice, la RZ si differenziava per una minor altezza da terra (11mm in meno) e un peso di 132 kg superiore. I colori disponibili erano il Rosso Alfa (con interni panna), il giallo (con interni neri) e il nero (con interni bordeux); ne vennero inoltre prodotti tre esemplari in colorazione argento metallizzata (con interni anch'essi bordeaux). Tutte le vetture sono numerate con un'apposita targhetta posta sul tunnel centrale, vicino alla leva del cambio.

Nelle intenzioni dell'Alfa Romeo, l'auto nasceva come una supercar esclusiva in edizione limitata, tanto che il prezzo di listino era molto elevato – oltre due volte superiore all'ammiraglia dell'epoca di Arese, la 164 dotata dello stesso propulsore. La sportiva aveva una tenuta di strada molto elevata anche se leggermente inferiore alla SZ, e l'ottimo motore era di 2959 cm³ di cilindrata con sei cilindri a V a iniezione elettronica: un propulsore che erogava 210 CV a 6200 giri al minuto venne però ritenuto dal mercato "insufficiente" per questo tipo di vettura, che vantava un'accelerazione 0-100 km/h in 7,8 secondi e raggiungeva la velocità massima 228 km/h. Aveva un cambio a cinque rapporti, con trazione posteriore e ponte De Dion. Le sospensioni erano anteriori a quadrilatero.
Il meccanismo d'apertura della capote fu lo stesso poi riproposto sulla Spider del 1995; l'apertura manuale del tettuccio era facilitata da molle. Le finiture interne erano in pelle ed era sprovvista di airbag. Le dimensioni del bagagliaio erano estremamente ridotte e permettevano l'alloggiamento del ruotino di scorta. Gli indicatori erano orientati verso il guidatore. Gli strumenti principali erano il tachimetro e il contagiri; la restante parte della strumentazione era formata dal manometro dell'olio, dall'amperometro, dal termometro del liquido di raffreddamento e dall'indicatore del livello del carburante.
Ne furono prodotti 278 esemplari fino al settembre del 1993. Causa difficoltà di vendita, la RZ rimase nei listini della casa meneghina sino al 1996, tre anni dopo il termine della produzione, e l'Alfa Romeo impiegò un lustro a esaurire l'intero stock di vetture realizzate.


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