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venerdì 30 gennaio 2015

166



L’Alfa Romeo 166 è stata l'ultima grande ammiraglia appartenente al Segmento E della casa automobilistica italiana Alfa Romeo prodotta tra il 1998 e il 2007 in circa 101.000 esemplari. Identificata col codice prodotto 936 rimase a listino sino al primo trimestre del 2008 poiché, nonostante la produzione terminata, numerosi esemplari rimasero in giacenza presso i rivenditori e gli ultimi stock di vetture furono esauriti nel corso dell'anno.
Sostituisce la celebre e longeva Alfa Romeo 164, ponendosi in diretta concorrenza con altri modelli di prestigio quali l'Audi A6, la BMW Serie 5, la Jaguar S-Type, la Mercedes-Benz Classe E e la Saab 9-5.
La prima serie, presentata ed entrata in produzione sul finire del 1998, con una gamma di allestimenti basata su cinque livelli di rifiniture, tutte equipaggiate con motori pari o superiori ai 2.000 cm³ di cilindrata. Sin dal debutto la casa madre aveva previsto due interessanti progetti che prefiguravano le successive varianti SportWagon e Coupé che però non videro mai la luce poiché la produzione non fu deliberata. Veniva assemblata nello stabilimento del gruppo sito a Rivalta di Torino sulle medesime linee produttive della Lancia K con cui condivideva gran parte della componentistica, la meccanica infatti riprendeva la Piattaforma E rivista nello schema di sospensioni.
Una 166 nel particolare colore Azzurro Nuvola cangiante
Il design, opera del Centro Stile Alfa Romeo, è definito Low Style per il basso profilo della parte anteriore della carrozzeria. Tutta la vettura risulta caratterizzata da una linea a cuneo che converge fino ad arrivare alla coda, piuttosto massiccia. Il Low Style ha permesso di ottenere una bassa resistenza aerodinamica che garantisce un maggiore feeling di guida e minori consumi di carburante e al tempo stesso il basso frontale garantisce una maggiore sicurezza in caso d'investimento pedoni. Lo scudetto centrale cromato garantisce un tocco di eleganza e i gruppi ottici sottili garantiscono continuità alla piccola calandra sdoppiata.

Trasmissioni e motorizzazioni
Le motorizzazioni sfruttano una architettura a quattro, cinque e sei cilindri, da due a tre litri di cilindrata e potenza compresa tra i 136 e i 226 cavalli.
È la seconda Alfa Romeo (dopo il modello 156) a montare un turbodiesel common rail: il 2.4 JTD Euro 2 da 136 cavalli con distribuzione a due valvole per cilindro, adeguato nel 2001 alla normativa Euro 3 dapprima nella configurazione a 140 cavalli successivamente portati a 150 che rappresentano la massima evoluzione di tale frazionamento con la distribuzione a 10 valvole.
Più ricca si presenta l'offerta delle motorizzazioni a benzina: 2.0 Twin Spark e i generosi V6 Busso declinati nelle cilindrate 2.0 Turbo (con dispositivo overboost), 2.5 e 3.0 aspirati.
Già al debutto erano previste due varianti con cambio automatico a quattro marce: la 2.5 V6 24V CAE e la 3.0 V6 24V CAE, entrambe con trasmissione Sportronic realizzata dalla ZF.
I cambi manuali sono a cinque rapporti per la 2.0 Twin Spark e la 2.5 V6, a sei rapporti per le motorizzazioni 2.0 V6 Turbo, 3.0 V6 e 2.4 JTD.
Tutte le versioni sono dotate di comando idraulico autoregistrante per la frizione.

Restyling 2003
La nuova versione 166 è presentata nel settembre del 2003 ed entra in commercio, sostituendo la prima versione, nel mese di novembre dello stesso anno. Il progetto viene aggiornato con una serie di innovazioni a livello stilistico, motoristico, di allestimenti e di dettagli.
La precedente gamma motori - che perde il 2.0 V6 Turbo, non rientrante nei parametri imposti dalla normativa Euro 3 - viene integrata dai nuovi potenti propulsori benzina 3.2 V6 24V e diesel 2.4 JTD M-Jet 20V.
In prospettiva dell'entrata in vigore della normativa Euro 4, il 2.0 Twin Spark perde cinque cavalli già a partire dalla serie precedente (anno 2002).
Il frontale è completamente ridisegnato: dalla classica calandra triangolare, simbolo inconfondibile di ogni Alfa Romeo, si sviluppano due nervature convergenti, che salendo si allargano, quasi ad abbracciare l'intera autovettura. La linea superiore della calandra prosegue idealmente verso le prese d'aria laterali e i nuovi fari che, ridisegnati con proiettori a vista, hanno un rendimento luminoso più che raddoppiato, grazie all'azione dei proiettori Bi-Xeno.
La linea essenziale, pulita e priva di spigoli, trasmette la sensazione di una vettura dinamica e compatta, fortemente ancorata all'asfalto grazie alle carreggiate larghe (ant. 1.554 mm, post. 1.542 mm) e ai grossi pneumatici posti a filo della carrozzeria.
I nuovi allestimenti, gli inediti cerchi in lega da 16, 17 e 18 pollici e la gamma dei colori completano il quadro estetico, contribuendo a trasmettere la sensazione di un'automobile dalla forte personalità.
L'abitacolo appare accogliente e luminoso grazie all'utilizzo di colori (allestimenti con plancia tono su tono) e materiali migliorati. L'esclusivo allestimento Luxury si arricchisce della bordatura in pelle pieno fiore sulla parte superiore della plancia e dei pannelli portiera.
Dalle razze del volante è possibile accedere ai comandi dell'impianto hi-fi. Sulla destra del display a colori da cinque pollici, che tra le altre ospita la funzione del navigatore satellitare, spicca la fessura verticale per la scheda del telefonino.

Unitamente al nuovo modello debutta il motore diesel Common Rail 2.4 JTD M-Jet 20V, erogante 175 CV a 4.000 giri/min, con una coppia di 385 N·m a 2.000 giri/min. Il cinque cilindri in linea consente prestazioni ragguardevoli: 225 km/h di velocità massima, da 0 a 100 km/h in 8,2 s e il chilometro da fermo coperto in 29 s. Il tutto con consumi piuttosto contenuti (7,5 l per 100 km nel ciclo combinato) e basse emissioni nocive (198 g/km di Co2).
Ad esso inizialmente è abbinato il nuovo cambio automatico Sportronic autoadattivo che, riconoscendo lo stile di guida del pilota, varia conseguentemente i passaggi di marcia oppure, spostandolo in posizione Sport, può essere utilizzato come un cambio sequenziale. Quello manuale, anch'esso di nuova generazione, è a sei marce.
Altra novità è il 3.2 V6 24V, evoluzione del V6 Busso portato a 3.200 cm³ (l'ultimo interamente sviluppato e prodotto ad Arese) che, grazie alla potenza di 240 CV a 6.200 giri/min e alla coppia motore di 289 N·m sviluppata a 4.800 giri/min, permette all'autovettura di raggiungere i 245 km/h di velocità massima, di impiegare 7,4 s nello scatto da 0 a 100 km/h e di coprire il chilometro da fermo in 27,5 s.
Alla data di presentazione completano la gamma dei motori il 3.0 V6 24V (anch'esso abbinato al cambio Sportronic), il 2.5 V6 24V e il 2.0 Twin Spark. Oltre al nuovo 2.4 JTD Multijet 20 valvole è ancora disponibile (alla data del lancio) l'affidabile e collaudato cinque cilindri 2.4 JTD 10 valvole.
Per via dell'incedere della normativa Euro 4 vengono progressivamente ritirate dal mercato le versioni benzina 2.5 V6 e 3.0 V6 Sportronic, diesel 2.4 JTD 10V e, più di recente, il 2.0 T.Spark.
A listino rimangono i modelli equipaggiati con i più moderni e prestanti motori benzina 3.2 V6 24V, da 240 CV, e diesel 2.4 JTD M-JET 20V, nel frattempo portato a 185 CV.

La nuova 166 è dotata di un impianto frenante idraulico a doppio circuito integrato, ABS con ripartitore di frenata tra ruote anteriori e posteriori (EBD), controllo di stabilità della vettura (VDC) e della trazione (ASR).
Secondo le prime recensioni, le sospensioni - a quadrilatero alto, davanti, a bracci multipli, dietro - e l'elevata rigidità torsionale della scocca donano alla vettura grandi qualità dinamiche ed una notevole tenuta di strada, senza pregiudicare troppo il comfort di marcia[3]. Rispetto alla precedente versione gli ingegneri affinano la geometria delle sospensioni per ridurre rollio e beccheggio. Conseguentemente, anche lo sterzo risulta più pronto e diretto.

La rigidità torsionale della scocca contribuisce a garantire la sicurezza attiva.
Per la sicurezza passiva sono presenti il sistema antincendio FPS (Fire Prevention System), che interrompe l'erogazione di carburante in caso d'urto, il doppio airbag frontale full size, gli airbag laterali anteriori ed i nuovi headbag. Questi ultimi, insieme alle barre antintrusione delle porte e ai rivestimenti interni ad assorbimento di energia, concernono la protezione dagli urti laterali e proteggono la testa degli occupanti dei sedili anteriori.

Fine produzione
Dismessa progressivamente la produzione, le ultime scorte del modello vengono commercializzate sino al primo semestre del 2008. La nuova 166 esce così dai listini della casa senza essere sostituita da nessun modello. La licenza di produzione del telaio di base e di alcuni motori benzina quattro cilindri sono stati ceduti alla cinese Guangzhou Auto Corporation che produce alcune berline e crossover utilizzanti componenti della 166.[4].
In particolare dalla 166 derivò la berlina Trumpchi GA5, la quale impiegava sia la piattaforma che il propulsore Twin Spark 2.0 dalla potenza di 150 cv con 183 Nm di coppia gestito da un cambio automatico a cinque rapporti. Utilizzava sospensioni con schema a quadrilatero alto nella sezione anteriore, mentre al posteriore era impiegato il sistema Multilink. Inizialmente, l'azienda cinese aveva fatto richiesta per la riproduzione anche del design della vettura italiana, ma a causa della risposta negativa del gruppo Fiat, la carrozzeria venne rielaborata con un disegno originale.


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